di Alberto Spaziani
Autore di “Flying Equipment of the Italian Air Force in World War II”
Copyright Squadratlantica – vietata la riproduzione, anche parziale.
Se con questo esotico breve sostantivo, vagamente latineggiante, sono state indicate, nel mondo dell’Aviazione Italiana ,a partire dall’inizio degli anni 30 sino alle soglie dei 70, genericamente ma generalmente, tutte le combinazioni da volo indossate dai nostri aviatori, specie se basate sul comodo giubbino dotato di collo in pelliccia, un motivo ci dovrà pur essere.
Ebbene, la spiegazione dell’identificazione di un oggetto, attraverso quello che in realtà era all’epoca (1930), l’acronimo di Manifattura Abiti Ragazzo Uomo Signora, va ricercata nel contesto storico in cui questo capo di vestiario particolare vide la luce.
Erano gli anni d’oro della neonata Forza Armata moderna per eccellenza: la ”Regia Aeronautica”, nata nel 1923 indipendente dall’esercito, sotto la forte spinta di Italo Balbo orientata ad efficienza, modernità e dinamismo, rappresentava il simbolo di innovazione e futuro così a cuore del regime di allora.
E’ in questa fase di continui successi e celebrazioni della giovane aviazione militare italiana, dovuta ai famosi record e primati, che lo stesso Balbo , in occasione della seconda crociera atlantica, ideò la nuova e più comoda combinazione di volo realizzata in due pezzi, giubbino e pantalone, per sostituire la vecchia tuta di volo intera allora in uso.
La realizzazione pratica sartoriale fu all’epoca affidata per prima alla MARUS, con sede nell’imponente palazzo di mattoni di Viale Giulio Cesare a Torino. La Marus era uno dei marchi del Gruppo Finanziario tessile,(GFT) che successivamente avrebbe poi lanciato nel corso degli anni, sino al 2003 circa, nomi notissimi della industria tessile italiana come: Facis, Marus, Cori, contribuendo anche al successo delle griffe: Armani, Valentino e Ungaro.
L’immagine del pratico giubbino da volo ,realizzato in morbida lana impermeabile marrone tendente al verde, dotato di inserto staccabile interno in lana cammello dotato di ampio collo di pelliccia, abbinato ai pantaloni, realizzati nello stesso tessuto e colore, identificò da subito quel modo “italiano” di essere piloti e aviatori, uomini che per il regime di allora che esaltava queste figure ,“valevano” per dirla con uno slogan molto in voga…
Attraverso le numerose immagini arrivate sino a noi , anche per gli appassionati di oggi come per gli aviatori di allora si fonde il ricordo, l’interesse storico o collezionistico e la passione per il mondo aviatorio pionieristico con questo “mitico” capo di abbigliamento , che benché sia stato prodotto prima, durante e dopo della seconda guerra mondiale da diversi fabbricanti, quali ad esempio la M.I.T.A. di Genova, la Giusti di Roma ,e altri, questo pseudonimo simboleggia tutti i giubbini realizzati in un certo arco temporale storico. Nostalgicamente nel 1950 la Giusti realizzò una combinazione di volo derivata da quelle di epoca bellica, adottata ufficialmente dalla Aeronautica Militare che fu usata anacronisticamente sui primi jet in dotazione ,Vampire e F84 G, definendola negli elenchi dei registri di carico del commissariato militare come “combinazione tipo Marus” ed anche la combinazione di volo in due pezzi, realizzata in cotone grigio azzurro dotata di termo fodera “Lanerossi” e colletto di pelliccia adottata nel 1957 e rimasta in uso sino ai primi anni 60 era genericamente chiamata “ la Marus” dal personale che la indossava…
Questo dimostra come il mitico marchio è entrato a fare parte della iconografia di un epoca e sia entrata nel linguaggio comune di uomini che hanno fatto del volare la propria passione e vita, provando l’emozione di indossare un capo che ne è diventato il simbolo, un oggetto che ricordasse quegli anni esaltanti ; la Marus divenne allora e rimane ancora oggi , mito e feticcio per i “veri” piloti ed gli appassionati .
0 Comments
Leave A Comment