“A Helping Hand” watercolor by Astronaut Michael Collins

(TESTO IN ITALIANO A FONDO PAGINA)

A helping hand
by Davide Pizzolato to honour Astronaut Michael Collins

He thought he had to have great thoughts because the moment was unique. His stomach grumbled. A HUGE MOON BELOW HIM AND HOW-BEAUTIFUL-IS-THAT-LITTLE-BLUE-SHARD up there. IT IS ALL UPSIDE DOWN. At that time he was up side up or up side down? In relation to what? WHAT THE HELL is the universe related to? How was GOD observing him? Always from above – as per rules – or from below? Straight in the eyes or from the back, legs in the air? Bah. That’s you honey, your air bubble, a dot of BRIGHT AND SELECTED INTELLIGENCE landing on the moon, an HALF-EARTH, stars, stars stars, the universe, etcetera etcetera. Here we have, gentlemen of the audience, the loneliest human being in the history of mankind, indeed: THE LONELIEST CABBIE IN THE UNIVERSE, a tiny being separated from infinity by a few inches of good padded Yankee sheet metal. Enter to see it gentlemen. He thought that if in that moment the moon had crashed on the earth he would really be ALONE FOREVER. He talked to God about that and asked Him to send cigarettes and a woman. EVA. He thought someone up there would get a good JOINT. They had to send up there an artist, a musician or a poet, not a fighter pilot. In that majestic solitude even the most infamous artist would surely have conceived an extraordinary masterpiece of art founding a suitable and evocative name, a thing like “THE DARK SIDE OF THE MOOOOON”. But they sent him, that at his best could create a canned dinner menu. DAMN BASTARDS. At the cadet training he had imagined himself in a STARFIGHTER to conquer the stars, and instead they were shot in space as three meatballs in that sort of giant vacuum beer can. Eh eh eh eh. For sure they were vacuum-packed! It was hilarious. It looked like one of those things you buy by mail and then you get something else. He wanted to be a STAR HUNTER and found himself being a taxi driver waiting for very important customers returning from a date with history. He had remained to do the somersaults around the appointment. It needed a beer, one of those that cadets drank at the base of Columbus. Cool as ice, but beware, not a BUD LIGHT. Jesus Christ, what was said about BUD LIGHT? It was like having sex in a canoe, FUCKING NEAR THE WATER. Columbus in Mississippi, GREAT TIMES. He remembered very well the instructor, what was his name? LEBLANC, that was the name of the fucking Canadian! Capt. YES-SIR Leblanc. A cadets-eater, drinker of fucking-near-the-water-beer but it’s gotta be said with a golden heart, he always offered a beer to the guys he fired. If he became an astronaut, he owed it to him, it was a fact. He wasn’t in his class anymore, so now he fucking owed him a beer. And so now they absolutely had to toast his fucking career as a fucking space cabbie! At that time he was probably already holed up at the controls of a fucking desk. CAPTAIN LEBLAAAAAANC ! GET YOUR ASS OUT OF YOUR GODDAMN CHAIR AND BRING TWO BEEEEEERRRSSS. I repeat: SIERRA- ECHO – NOVEMBER – DELTA – BRAVO – ECHO – ECHO – ROMEO! AND… COPY! Here is the little yellow airplane detaching from the fuck’n-middle-earth and fly straight on him for A HELPING HAND. He closed his eyes and felt the freshness of the beer. The can in his hand. His hand would be the universe that crushed the tin-can space module. A shadow between him and the sun, there it is. They floated a little embarrassed, how the hell does a TEXAN dock in a spaceship? The hanging duck out there, the propeller was spinning slowly and Captain Leblanc was smiling at him with the cans in his hand. Thank God no BUD LIGHT. “Collins, my boy, you’ve come a long way, you deserve a SPACE BEER.”

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Michael Collins Original Watercolor of the Air Force’s F-104A #748 Starfighter

Una mano in aiuto
di Davide Pizzolato in onore di Michael Collins, Astronauta

Pensò che doveva fare pensieri importanti perché il momento era unico. Lo stomaco brontolò. Una LUNA ENORME sotto di lui e che bella quella PICCOLA SCHEGGIA AZZURRA lassù. E’ TUTTO ALLA ROVESCIA. Lui in quel momento era dritto o rovescio? In rapporto a che cosa? Con che diavolo è in relazione l’universo? Come lo stava osservando Dio? Sempre dall’alto come da regolamento o eccezionalmente dal basso? Dritto negli occhi o di schiena, a gambe all’aria? Bah. Sei tu, la tua bolla d’aria, un puntino di LUMINOSA E SELEZIONATA INTELLIGENZA in atterraggio sulla luna, una MEZZATERRA, le stelle, l’universo, etc etc….  Ecco a voi signori del pubblico l’essere umano più solo della storia dell’umanità, anzi il TASSISTA PIU’ SOLO NELL’UNIVERSO, un minuscolo essere separato dall’infinito da qualche cm di buona lamiera yankee imbottita. Venghino signori. Pensò che se la luna si fosse schiantata sulla terra lui sarebbe rimasto davvero SOLO PER SEMPRE. Ne parlò con DIO e gli chiese di mandargli delle sigarette ed una donna. EVA. Pensò che qualcuno lì si sarebbe fatto una bella canna. Al posto suo dovevano mandarci un artista, un musicista o un poeta, non un pilota di caccia. Aspettando il ritorno degli altri in quella maestosa solitudine anche l’artista più infame avrebbe sicuramente concepito un’opera d’arte straordinaria inventandosi un nome adatto e suggestivo, una cosa tipo “THE DARK SIDE OF THE MOOOOON”. E invece avevano mandato lui, che il meglio che poteva creare era il menù per la cena in scatola. Maledetti bastardi. Al corso si era immaginato in uno STARFIGHTER a conquistare le stelle, ed invece erano stati sparati nello spazio come tre polpette in quella specie di lattina di birra gigante sottovuoto. Eh eh eh. Poco ma sicuro che erano sottovuoto! Da morir dal ridere. Sembrava una di quelle cose che acquisti per posta e poi ti arriva tutt’altro. Voleva fare il CACCIATORE DI STELLE e si ritrovava a fare il tassista in attesa di Clienti importanti di ritorno da un appuntamento con la storia. Lui era rimasto a fare le capriole intorno all’appuntamento. Ci voleva una birra, una di quelle che da cadetti si scolavano alla base di Columbus. Fresca come il ghiaccio, ma attenzione, non una BUD LIGHT. Gesù Cristo, cosa si diceva delle BUD LIGHT? Che era come scopare in canoa, FOTTUTAMENTE VICINO ALL’ACQUA. Columbus nel Mississippi, gran bei tempi. Se lo ricordava bene il suo istruttore, come si chiamava ? LEBLANC si chiamava il fottutissimo canadese! Capt. Sissignore Leblanc. Un mangiacadetti bevitore di birra fottutamente vicina all’acqua ma va detto con un cuore d’oro, offriva sempre una birra a quelli che sbatteva fuori dal corso. Se era diventato astronauta lo doveva a lui, era un fatto. Non era più nel suo corso e quindi cazzo ora gli doveva una birra. E quindi signorsì adesso dovevano assolutamente brindare alla sua fottuta carriera di cazzutissimo tassista spaziale! A quest’ora si sarà imboscato ai comandi di una fottuta scrivania. CAPITANO LEBLAAAAAANC ! ALZI IL CULO DALLA MALEDETTA SEDIA E PORTI SU DUE BIRREEEEEEEE. Ripeto: SIERRA- ECHO – NOVEMBER – DELTA – BRAVO – ECHO – ECHO – ROMEO! E… COPY! Ecco l’aeroplanino giallo staccarsi dalla mezzaterra del cazzo e volare dritto su di lui per DARGLI UNA MANO. Chiuse gli occhi, lo sentiva già il fresco della birra. La lattina in mano, la sua mano sarebbe stata l’universo che schiacciava il modulo-lattina. Un’ombra tra lui ed il sole, eccolo. Galleggiavano un po’ imbarazzati, come diamine si attracca un TEXAN ad una navicella spaziale? La papera sospesa lì fuori, l’elica ruotava piano ed il capitano Leblanc a testa in giù gli sorrideva con le lattine in mano. Grazie a Dio niente BUD LIGHT. “COLLINS ragazzo mio, ne hai fatta di strada, ti meriti una BIRRA SPAZIALE.”

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Michael Collins